Le luci degli allestimenti natalizi riflettono sulle acque tranquille dei canali, le facciate dipinte sembrano quadri appesi lungo le rive e dall’aria arriva l’odore dei dolci alle spezie: è questa la scena che accoglie chi arriva a Colmar nel periodo delle feste. Non è una città pensata solo per il Natale, ma la sua struttura urbana e le sue architetture la rendono particolarmente adatta a diventare un palcoscenico stagionale. Chi passa attraverso le calli del centro storico lo nota subito: c’è un ritmo diverso, un’attenzione agli addobbi e alle vetrine che dialoga con edifici antichi e con canali ancora percorribili in battello. Un dettaglio che molti sottovalutano è proprio questo equilibrio tra patrimonio storico e funzione turistica stagionale.
Una città ricchissima di sorprese
Nel cuore della Vieille Ville si sviluppa la zona più fotografata: la Petite Venise. Qui le case a travi lignee, comunemente chiamate case a graticcio, mostrano facciate dai colori intensi e tetti spioventi che definiscono lo skyline dell’abitato. La struttura lignea non è solo estetica: storicamente svolgeva una funzione di rinforzo, ma oggi è soprattutto un elemento identitario che rende il centro di Colmar immediatamente riconoscibile rispetto ad altre località dell’Europa centrale. Nei pressi della Place de la Cathédrale si staglia la gotica chiesa di San Martino, mentre l’area conserva edifici che raccontano fasi diverse dell’evoluzione urbana.
Tra gli immobili che meritano attenzione ci sono la Maison Adolph, datata XIV secolo, e la Maison Pfister, esempio precoce di gusto rinascimentale in Alsazia. Un altro edificio singolare è la Maison des Têtes, decorata con oltre cento busti scolpiti e oggi trasformata in struttura ricettiva. Il Museo Unterlinden, ospitato in un ex convento, conserva collezioni che spaziano dall’arte medievale alla modernità, offrendo contesti diversi per comprendere la storia locale. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la densità degli eventi: mercatini, installazioni e piccoli concerti che investono vie e piazze senza appesantire il tessuto urbano.

L’originale o la copia? Ecco perché la Statua della Libertà
All’ingresso della città campeggia una replica riconoscibile della Statua della Libertà. La presenza non è casuale: l’autore dell’opera originale, Frédéric Auguste Bartholdi, è nato a Colmar, e la città custodisce tracce del suo lavoro e della sua storia familiare. La statua riproduce in miniatura l’iconografia newyorkese ma racconta anche il legame tra un artista locale e la scena internazionale. Chi visita il luogo lo nota come un elemento che collega la dimensione provinciale a una narrazione globale, senza compromettere l’identità alsaziana.
Il museo a lui dedicato, situato nella casa natale su una via centrale, raccoglie schizzi, modelli e documenti che spiegano il procedimento creativo di Bartholdi. L’esposizione offre chiavi di lettura sulla tecnica scultorea e sulle commistioni culturali fra Francia e Stati Uniti rimaste attuali. Un dettaglio che molti sottovalutano è l’influenza visiva di Colmar sul mondo dell’immaginario: registi e scenografi hanno spesso citato il centro storico come fonte di ispirazione per villaggi fiabeschi, un legame che ha anche valenza economica per l’offerta culturale cittadina. Il rapporto con la cultura pop non nega il valore storico degli oggetti esposti, e il museo aiuta a mettere a fuoco questa doppia dimensione.
Come arrivare a Colmar
Colmar si trova nell’estremo nord-est della Francia, a pochi chilometri dal confine tedesco e non lontano da quello svizzero, posizione che la rende facilmente raggiungibile con più modalità. In treno la soluzione più comune prevede un TGV fino a Strasburgo e il proseguimento con un regionale: il trasferimento totale si attesta su un paio di ore e mezza–tre, a seconda delle coincidenze. Per chi predilige l’aereo, gli scali utili sono gli aeroporti di Strasburgo e quello internazionale di Basilea-Mulhouse-Friburgo, che serve tre Paesi e offre collegamenti sia nazionali che internazionali.
In automobile la rete autostradale collega Colmar con le principali direttrici: dall’ovest l’A4 connette con Parigi, mentre chi proviene dall’Italia può percorrere la rete che attraversa la Svizzera e immettersi sull’A35 in Francia. Per orientarsi: i tempi di percorrenza variano molto in base al traffico, ma la distanza da Milano è inferiore rispetto a quella da Parigi, un elemento che sorprende più di un viaggiatore. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è l’aumento delle soluzioni di trasporto dedicate ai visitatori dei mercatini, con corse aggiuntive e offerte stagionali. La scelta del mezzo incide anche sull’esperienza: arrivare in treno significa entrare direttamente nella dimensione pedonale del centro, mentre l’auto offre maggiore flessibilità per esplorare la regione circostante.
La presenza di canali navigabili e di una rete di percorsi a piedi rende Colmar facilmente fruibile una volta giunti sul posto; per molti visitatori, il ricordo che resta è quello di una passeggiata lungo l’acqua con una bevanda calda in mano, un’immagine che rimane impressa dopo il viaggio.
