Tra mare e colline, il borgo citato da Dante sembra uscito da una poesia: lo hai mai visto?

Tra mare e colline, il borgo citato da Dante sembra uscito da una poesia: lo hai mai visto?

Fiorenzuola di Focara: la piazza accogliente con un elegante pavé. Architettura rustica, dettagli curati e atmosfera fuori dal tempo. - lacortediarianna.it

Francesco Russo

Novembre 14, 2025

Sulla sommità di un promontorio che guarda l’Adriatico si trova un borgo che combina paesaggio naturale e memoria storica. Stradine strette, edifici in mattoni e un’affaccio sul mare rendono il luogo riconoscibile a chi percorre la costa, ma è la presenza nella tradizione letteraria a renderlo curioso per chi studia la regione. Fiorenzuola di Focara è il nome che ricorre nelle carte locali e nelle guide del Parco, un toponimo legato al fenomeno dei fuochi costieri che guidavano i naviganti. Un dettaglio che molti sottovalutano: la collocazione su una falesia ne determina microclimi e venti che influenzano vita e architettura.

Un borgo tra scogliere e memoria letteraria

Il borgo si affaccia su un tratto di costa caratterizzato da falesie e sentieri che scendono verso piccole insenature. Amministrativamente ricade nella provincia di Pesaro e Urbino e fa parte del Parco Naturale del Monte San Bartolo, un’area tutelata dove la sovrapposizione di habitat marino e collinare è evidente nella vegetazione. Le case, molte costruite con mattoni a vista, mostrano segni di ristrutturazioni che si sono succedute nel corso dei secoli; la struttura urbanistica conserva però un impianto medievale, con vicoli che privilegiano la protezione dal vento.

Tra mare e colline, il borgo citato da Dante sembra uscito da una poesia: lo hai mai visto?
Una stradina ciottolata serpeggia tra antiche case in mattoni, testimonianza del passato glorioso di Fiorenzuola di Focara. – lacortediarianna.it

Dal punto di vista storico, il nome originale rimanda alle tradizioni marittime: le focarole sulla costa erano punti di riferimento visibili dalla nave nei giorni di nebbia o di scarsa visibilità. Per questo motivo il promontorio è citato in letteratura e nelle cronache di mare. Chi vive nei centri limitrofi lo segnala come un luogo dove il paesaggio cambia notevolmente in ogni stagione, clivaggi che interessano il turismo lento e le escursioni.

Per i geologi e gli escursionisti il luogo offre tratti di costa studiati per la loro formazione: scarpate, terrazze e un sistema di sentieri che collega il paese al mare. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è l’intensità dei venti che modellano le chiome degli alberi e determinano l’orientamento dei balconi fioriti. L’accessibilità è limitata da strade provinciali che privilegiano il traffico locale, un elemento che contribuisce alla bassa frequentazione durante l’anno.

Cosa resta: architettura, vento e riferimenti danteschi

La memoria letteraria del borgo è sintetizzata in una breve menzione che ricorre nella tradizione dei commentatori della Divina Commedia. È noto che Dante Alighieri collocò passaggi riferiti ai pericoli del mare in alcune terzine dell’Inferno, in particolare nel Canto XXVIII, dove la navigazione lungo coste insidiose viene evocata. La citazione è rapida ma ha determinato un legame duraturo tra il sito e la grande letteratura italiana, percepito soprattutto dagli storici locali e dagli appassionati di filologia.

Tra mare e colline, il borgo citato da Dante sembra uscito da una poesia: lo hai mai visto?
Vista aerea del borgo ligure di Fiorenzuola di Focara, con le sue case rosse e il campanile che si affacciano sull’Adriatico. – lacortediarianna.it

Nel centro storico si riconosce la porta d’ingresso con la dicitura che rimanda alla sua identità: una targa che ricorda la funzione storica di approdo e controllo. Le mura e i resti difensivi non sono estesi come nelle città di pianura, ma la morfologia del luogo ha imposto soluzioni architettoniche adeguate al vento e al sale marino. I balconi sono spesso orientati per schermare il sole e ridurre l’azione diretta delle raffiche; una scelta tecnica che osservano anche gli artigiani locali.

Per chi visita il belvedere, la vista comprende l’orizzonte del mare, le acque che cambiano colore secondo la luce e, nelle giornate terse, la percezione di un corridoio marino che mette in relazione le isole e le coste vicine. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la persistenza di antiche pratiche legate alla pesca e alla navigazione costiera, ancora presenti nelle testimonianze orali. La sensazione che rimane, al termine della visita, è quella di aver osservato un luogo in cui natura, storia e testimonianza letteraria convivono senza forzature, e dove ogni sentiero porta a un punto di osservazione utile per comprendere il rapporto tra uomo e mare.