Camminare tra gli alberi non è più solo un passatempo: è una forma di terapia riconosciuta. In Italia, il forest bathing – o “bagno di foresta” – è diventato nel 2025 una delle pratiche di benessere più richieste, con un aumento del 30% delle adesioni ai programmi di turismo sensoriale.
Dal Giappone alle Dolomiti: un fenomeno in crescita
Il forest bathing nasce negli anni Ottanta in Giappone, dove il Ministero della Salute lo riconobbe come medicina preventiva. Oggi, anche in Italia, centinaia di percorsi certificati invitano a riconnettersi con la natura. Il Parco del Respiro in Val di Fiemme è uno dei più visitati: oltre 15.000 persone hanno partecipato nel 2024 alle esperienze guidate. “Respirare qui è diverso – spiega la biologa ambientale Chiara Santini – perché gli alberi rilasciano sostanze benefiche, i fitoncidi, che riducono cortisolo e ansia.”
La scienza del silenzio
Uno studio dell’Università di Padova, pubblicato a ottobre su Frontiers in Psychology, conferma che 20 minuti di immersione nel verde bastano a ridurre la frequenza cardiaca e migliorare la concentrazione. Il Ministero della Salute, in collaborazione con il CAI, ha inserito 12 “sentieri terapeutici” in Lombardia, Veneto e Toscana, accessibili tutto l’anno.
Turismo lento e sostenibile
Secondo Enit, il turismo legato alla natura rappresenta il 17% dei flussi nazionali. In Trentino e Valle d’Aosta sono nate nuove guide forestali specializzate, spesso ex insegnanti o fisioterapisti riconvertiti. “Le persone cercano luoghi che curano – racconta Marco Pederzoli, istruttore certificato – e qui trovano tempo e silenzio, due risorse scarse nella vita urbana.”
Come vivere l’esperienza
Il forest bathing non richiede attrezzature: basta camminare lentamente, respirare e osservare. I pacchetti proposti dagli eco-resort includono pernottamento e sessioni guidate da 90 minuti, a partire da 140 euro. L’obiettivo è stimolare i cinque sensi: toccare la corteccia, ascoltare i suoni, odorare la resina.
Una nuova economia verde
Le regioni del Nord investono anche su infrastrutture leggere: passerelle in legno, segnaletica digitale, centri di accoglienza alimentati da energia solare. Nel 2025, il Ministero dell’Ambiente ha stanziato 12 milioni di euro per promuovere progetti di “benessere ambientale” nelle aree rurali.
In un’epoca di connessioni artificiali, il ritorno alla foresta non è fuga, ma cura. Chi ascolta il bosco – dicono le guide – impara anche ad ascoltare se stesso.
